Paola Turci, con la Puglia nel cuore
Intervista esclusiva a Paola Turci che chiude il suo tour teatrale a Barletta
Paola Turci sarà in concerto sabato 2 gennaio al Teatro Curci di Barletta con l’ultima tappa del suo tour teatrale, in cui l’artista presenta il suo ultimo disco “Io Sono” e tutti i suoi più grandi successi in una dimensione più intima e raccolta, a stretto contatto con il suo pubblico.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente durante un suo spostamento in treno per un “chiacchierata” amichevole proprio in occasione della sua tappa pugliese, quasi una “seconda casa” per la cantautrice romana. Tra l’altro, il video del suo brano “Io sono” è stato girato a Torre Pozzella, nei pressi di Ostuni, tra i profumi e i sapori di un territorio affascinante e immerso nella secolare macchia mediterranea.
Paola, dopo le diverse tappe del tour elettrico estivo, com’è nata l’idea di un tour teatrale?
“In realtà tutto nasce dalla volontà di fare un disco acustico, dando una nuova veste alle mie canzoni, con delle sonorità e atmosfere più morbide, ideali per il teatro. Il disco poi è uscito ad aprile, prima di una lunga estate che ci ha portato a suonare molto e in posti assai diversi tra loro, alcuni molto raccolti, altri decisamente più grandi e adatti ad un concerto elettrico. In seguito abbiamo portato il progetto in teatro, con un tour più intimo che peraltro si chiude proprio in Puglia, a Barletta. Penso che il teatro sia proprio il luogo ideale per questo tipo di spettacolo, che in ogni caso è molto particolare. Ha momenti molto vari e differenti tra di loro, sicuramente ha un inizio molto intenso, morbido, acustico appunto, dove io sono semplicemente un’interprete. Poi ci sono momenti di festa, più elettrici e movimentati. Uno spettacolo molto dinamico, diciamo. In ogni caso il teatro crea delle intimità, e porta quindi alla partecipazione”
Chiusura del tour teatrale a Barletta, in Puglia, dopo tappe come Roma, Milano, Trento, Firenze. Quella Puglia che sta entrando sempre di più nella tua vita, sia dal punto di vista personale che professionale. Come si è evoluto nel tempo questo tuo rapporto con la Puglia, dove venivi in vacanza da ragazza?
“La Puglia l’ho frequentata e la frequento sempre di più nel corso della mia vita, e oggi per me cantare ha un significato diverso. Prima era tutta una sorpresa, venivo in Puglia e tutto mi sembrava un incanto, un paradiso. Adesso ho più consapevolezza della bellezza della Puglia, della ricchezza dei suoi luoghi, avendoli conosciuti più a fondo, anche attraverso sguardi più attenti. Mi sono fatta un’idea molto più complessa della Puglia, che non è soltanto la regione bianca, non è soltanto il Salento, il paesaggio incantevole, il mare splendido, la costa meravigliosa. La Puglia è tutto questo, ma è anche la ricchezza culturale e artistica delle persone, la sua architettura, tutti quei piccoli e grandi luoghi che ho potuto conoscere e che l’hanno resa a me familiare”.
La Puglia è anche la terra di Modugno e della tua splendida interpretazione del suo brano “Dio come ti amo”
“Come ho detto più volte, quel brano è stato per me un vero e proprio colpo di fulmine! Qualche anno fa stavo cercando qualcosa di Modugno e ho ascoltato questa canzone. Me ne sono subito innamorata, è stato un impatto immediato, improvviso e fortissimo. Non imparai tutta la canzone, ma tenendo a mente il testo così come lo ricordavo, presi la chitarra e, semplicemente, l’ho suonata così come la interpreto sempre nei concerti. La sentivo così, con quel pathos, quelle forti immagini visive che sicuramente Modugno aveva davanti a sé mentre la scriveva. Sai, per me l’amore un po’ è il mare, con onde grosse, tormenti, ma anche bellezza, delicatezza e leggerezza. C’è tutto in questa canzone che, in un certo senso, avrei voluto scrivere io”.
Nella versione registrata in studio c’è anche la struggente tromba di Paolo Fresu. Una collaborazione che ha un futuro?
“Per il momento con Fresu è previsto ad aprile prossimo un concerto ad Haiti, per la Fondazione Francesca Rava NPH Onlus presso il campo profughi di Hait. La Fondazione aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, e ad Haiti è molto presente. Una terra che fa parte della mia vita, che rappresenta la mia famiglia. Là mi sono sposata, è una terra cui è molto legata mia sorella. Io ci sono stata due volte, prima e dopo il terribile terremoto, conosco molta gente, ho anche adottato a distanza due bambini. Insomma, è un posto che mi è molto caro”.
Tornando al presente e all’immediato futuro, ci dobbiamo aspettare qualcosa di nuovo da Paola Turci?
“Certo, appena terminata la tournée mi metterò subito al lavoro per scrivere un disco di inediti”
Magari, per l’anteprima ti aspettiamo in Puglia?
“Perché no! Per il momento vi aspetto a Barletta e vi auguro un nuovo anno ricco di serenità”
Non possiamo che ringraziare e ricambiare a nome di tutti i nostri lettori.
Matteo Gentile