Taranto – Ilva, preridotto unica soluzione. Emiliano proporrà a Renzi?
Il tribunale di Bellinzona (Svizzera) qualche giorno fa, ha deciso che i soldi dei Riva, sequestrati dal Tribunale di Milano e ammontanti a 1,2 miliardi di euro, non potranno essere trasferiti in Italia. Quei soldi, una volta accertate le responsabilità negli ambiti del processo in cui sono imputati, sarebbero stati utilizzati per la bonifica degli impianti e il risanamento ambientale, al momento, utopia tutta tarantina e a rischio. Così non sarà, invece, perché secondo il Tribunale svizzero, trasferire allo stato attuale i fondi in Italia, sarebbe un’espropriazione, in quanto la confisca dei beni è una conseguenza di un reato accertato, quindi di una sentenza definitiva che ancora non c’è. Nonostante quanto accaduto, e nonostante il rischio che corre la bonifica degli impianti, Confindustria non si è lasciata preoccupare più di tanto, considerando l’AIA al sicuro, grazie ai fondi varati dalla legge di stabilità. Grazie alla legge di stabilità sono stati varati i primi 400 milioni a marzo, e ne sono stati previsti altri 800. La somma totale è proprio di 1 miliardo e 200 milioni, proprio quanto sequestrato ai Riva, e su cui il Governo centrale fa affidamento. Di questo si è discusso in una conferenza stampa presso la sede provinciale di Taranto di Forza Italia. Secondo il consigliere regionale FI Francesca Franzoso, i fondi varati dalla legge di stabilità, altro non sono che una forma di anticipazione, che il Governo ha elargito, proprio facendo fede a quel miliardo e 200 milioni, che il Governo aveva previsto dovesse rientrare dalla Svizzera.
Lo stop viene considerato quasi un fatto dovuto da parte dei magistrati svizzeri. Questo però non aggiunge e non toglie niente su quello che in realtà in questo momento Forza Italia chiede. Si chiede chiarezza: chiarezza intanto per il futuro di questa città e soprattutto perché i cittadini hanno la necessità di sapere in maniera esatta qual è il loro futuro. Il tema è si legato all’Ilva, ma, secondo il coordinatore provinciale di Forza Italia, è da racchiudere in tre parole: ambiente, lavoratori, indotto. Dunque bisogna informare la città, e capire quali sono i programmi del Governo centrale, che da oltre 3 anni fronteggia il problema Ilva, e il risultato finora sono stati solo numerosi decreti farsa. Il coordinatore provinciale FI afferma che il partito attiverà tutte le sue forze istituzionali presenti a livello comunale, provinciale, regionale ma anche nazionale, per avere chiaro un programma che veda l’Ilva innanzitutto rilanciata da un punto di vista ambientale, ma soprattutto da un punto di vista lavorativo. «Chiediamo di avere chiarezza sull’ambientalizzazione, e chiarezza anche sulla cosa possa dare continuità ad un’azienda che è praticamente la più grossa a livello europeo. Le sorti e il futuro della città di Taranto dipendono anche dai programmi che il Governo intenderà realizzare in maniera seria su questo stabilimento». Secondo Forza Italia dunque, le risposte sono dovute da parte dello Stato. Per quanto riguarda invece una possibile azione a livello regionale, Francesca Franzoso dichiara che se il presidente Emiliano confermerà ciò che avrebbe dichiarato, cioè il suo intento di incontrare personalmente il Premier Renzi con un piano operativo alla mano, che riprende quanto proposto da Forza Italia in un convegno a tema Ilva, ovvero l’attuazione del preridotto, questa potrebbe essere la strada giusta. «Il preridotto è l’unica soluzione per Taranto. Il dispiacere è rendersi conto di aver sprecato due anni, in quanto questa soluzione era stata individuata proprio due anni fa, ma forse non è stata capita». A detta della Franzoso, il preridotto, già proposto dal commissario Bondi, abbatterebbe di gran lunga le emissioni di CO2, in quanto le cokerie dimezzerebbero, quasi annullando la loro funzione. Lo spolverio prodotto dalla loro attività, e quindi tutto ciò che viene conservato nei parchi, si ridurrebbe in maniera notevole. «Tutto il disagio che vivono i cittadini con quelle maledette polveri rosse, non ci sarebbe più». Il preridotto sarebbe stato anche rivalutato dal presidente di Federacciai, proprio qualche giorno fa, tant’è che Bondi avrebbe detto «Anche Federacciai folgorata sulla via di Damasco». Tornando invece alla questione dei fondi sequestrati ai Riva, la Franzoso dice di non sentirsi proprio tranquilla come Confindustria. Nel frattempo, sarebbe il caso – sempre secondo la consigliera – di valutare quanta responsabilità ha avuto la gestione statale e quanta il privato. «E’ giusto che economicamente anche lo Stato faccia la sua parte, ma non sulla pelle dei cittadini di Taranto».