Perugia- Uxoricidio Presta. Convalidato il fermo al marito: “Non ero in me, ho preso il fucile e ho sparato”
“Non ero in me, ho preso il fucile e ho sparato”
L’agente immobiliare Francesco Rosi, 43enne, davanti al gip di Perugia, Andrea Claudiani, ha ammesso così di aver ucciso la moglie, Raffaella Presta, avvocato 40enne di San Donaci, con un colpo di doppietta all’inguine.
L’interrogatorio di garanzia si è svolto nella giornata di ieri mattina per ben 4 ore. Durante la ricostuzione, Rosi si è fermato più volte scosso dai pianti, più frequenti quando nella testimonianza compariva il nome del figlio di 6 anni che durante l’omicidio era presente in casa, in bagno, ma che non avrebbe assistito al delitto.
Confermato dunque il fermo nel carcere di Capanne, mentre l’avvocato dell’uomo, Luca Maori, avrebbe avanzato la richista degli arresti domiciliari, eventualità sulla quale il gip si è riservato di decidere.
Da quanto emerso durante le prime investigazioni, la donna era forse pronta a tronacare con il marito una relazione lunga 20 anni, fatta di alti e bassi e frequeti litigi. Questo, secondo gli inquirenti, le sarebbe costato la vita.
Intanto sulle spalle dell’indagato pende l’aggravante della premeditazione che si aggiunge all’accusa di omicidio volontario. La linea difensiva pare, invece, puntare sull’incapacità di intendere e volere nel momento dell’omicidio.
Foto Corriere.it