Perché a Taranto si salva ciò che uccide, e si uccide ciò che fa respirare
Taranto e le sue mille, anzi, infinite, contraddizioni. Sembra quasi il titolo di un film. Ma un film non è, se non la drammatica realtà di una città che nonostante i mille sforzi, a riscattarsi proprio non ce la fa. E non è questa una retorica d’impatto, o chissà quale colpo di scena per arrivare chissà dove, semplicemente stiamo descrivendo ciò che si prova a guardare fotografie come queste.
Quello che vedete in queste foto, non è altro che lo scempio in cui si trova uno dei polmoni verdi della nostra città: Parco Cimino. Chi ha mai pensato alla tutela e salvaguardia di questo spazio verde? Chi ha mai pensato alle sue potenzialità, alle bellezze paesaggistiche che è possibile ammirare da lì? Una zona meravigliosa in cui restare in costante contatto con la natura, portare i propri bambini, e perché no, gli anziani. Le foto sono state scattate proprio questa mattina da Alessandro Marescotti e sono state caricate su Facebook. Non potevano non attirare la nostra attenzione, così come quanto lo stesso ha scritto e che riportiamo testualmente: “Stamattina ho portato nella pineta Cimino i miei anziani genitori. Adesso siamo sotto gli alberi e viene una leggera brezza da Est/Sud/Est. Guardiamo il Mar piccolo e le persone che fanno attività fisica. Ho misurato la qualità dell’aria. L’analizzatore IPA dà valori estremamente contenuti e nella maggior parte dei casi scendeva a zero. Valori così contenuti li ho trovati sul Parco Nazionale del Pollino. Abbiamo il Pollino a Taranto. Ma versa in uno stato di preoccupante abbandono. Hanno divelto gran parte delle recinzioni in legno e delle attrezzature del percorso benessere”.
Nella pineta Cimino è possibile respirare. Forse un piccolo angolo di paradiso Taranto ce l’ha ancora. Ma non ne ha cura, anzi lo distrugge. Ecco le infinite contraddizioni di questa nostra martoriata città. Dinanzi a queste foto una riflessione è d’obbligo. Si è alla costante ricerca di azioni che mirano a salvare ciò che piega Taranto e il tarantino dal punto di vista ambientale, della salute e occupazionale, ignorando ciò che in realtà potrebbe fare la differenza. E il parco attrezzato Cimino, con la sua struttura, il suo verde, potrebbe davvero essere un’opportunità, se utilizzato al meglio. Pensiamo ad esempio ai bambini. Quei bambini, quelli a cui è stato impedito di scendere sotto casa a giocare, perché delle ginocchia sbucciate nelle aiuole maledettamente contaminate, potrebbero essere fatali; quei bambini per cui sporcarsi di terriccio mentre si gioca è diventato pericoloso; quei bambini privati della gioia del gioco. Quei bambini figli inconsapevoli dell’acciaio, che vivono dove per gli alberi è sempre autunno. Pensiamo alle mamme, alle donne in dolce attesa, e alle loro passeggiate, dove l’aria torna ad essere tale, poco lontano dalla propria casa. A chi vuol praticare sport all’aria aperta, agli anziani che vogliono fare una passeggiata. Forse bisognerebbe pensare a tutto questo prima di distruggere. Forse, bisognerebbe pensare anche a questo.