Taranto – Sono davvero così “scalmanati” questi tarantini? Stefàno si sente in pericolo
E’ diventato un caso nazionale l’aggressione subita dal sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, da parte di una donna, in seguito arrestata e processata per direttissima. Ne abbiamo parlato anche noi in questi giorni, e abbiamo ascoltato qua e là le dichiarazioni rese dal primo cittadino. Lo stesso primo cittadino che qualche tempo fa, balzò sempre sulle cronache nazionali per quella pistola nei pantaloni, e che oggi appare così vittima e così spaventato. La violenza non è ammissibile, ovviamente, ma le facce della medaglia vanno osservate entrambe. La nostra attenzione si è soffermata su di un’intervista che il sindaco ha rilasciato al Corriere del Mezzogiorno, in un articolo a firma Cesare Bechis.
Il primo cittadino dice di non provare alcun rancore nei confronti di chi commette atti del genere, e di comprendere la situazione di disagio in cui versano tantissime famiglie tarantine. Inoltre, aggiunge, che il Comune spesso è visto come una enorme cassaforte, e che si limita semplicemente al rispetto delle norme. Ma non è questo il punto: ciò che ci fa riflettere sono alcune affermazioni del sindaco circa presunte situazioni che vedrebbero in pericolo la sua persona e i funzionari della casa comunale. Si legge nell’intervista che alcuni cittadini vivano le prescrizioni normative come vere e proprie persecuzioni, fattore questo che scatenerebbe la loro reazione: “Ventidue vigili urbani sono finiti in ospedale per le aggressioni subite a Palazzo di città, il portone di vetro è stato sfondato otto volte, i dipendenti dei servizi sociali spesso devono affrontare situazioni a rischio, gli assistenti sociali vengono aggrediti, scalmanati sono venuti in ufficio da me con i coltelli, mi hanno buttato la benzina addosso”.
Dopo queste dichiarazioni ci chiediamo: ma i tarantini sono davvero così scalmanati come descritto? Cosa spinge un padre o una madre di famiglia a certe reazioni? E soprattutto, fattivamente, il comune fa davvero tutto ciò che deve fare per queste famiglie? Taranto è stata rinominata nell’ultimo anno, città solidale, dell’accoglienza. La “Taranto migliore”, pronta ad accogliere e ad assistere gente bisognosa e disperata che scappa dalle angherie della propria terra. Ma le tante famiglie senza reddito, senza casa, senza pane per i propri figli cosa hanno avuto?
Noi condanniamo fermamente la violenza. Ma anche l’indifferenza ne è una forma.