“Squinzi forse ha la memoria corta: l’unico vero esproprio l’Ilva lo ha subito nel 1995″
“Squinzi forse ha la memoria corta: l’unico vero esproprio l’Ilva lo ha subito nel 1995, quando fu regalata alla famiglia Riva, ottenendo in cambio una gestione fallimentare e dannosa sotto ogni punto di vista”
“Evidentemente Squinzi ha la memoria corta e dimentica che l’unico, vero esproprio è avvenuto il 15 marzo 1995, quando l’Ilva, allora azienda di Stato a tutti gli effetti, che aveva appena chiuso il bilancio con un attivo di ben 500 milioni di lire, fu letteralmente regalata alla famiglia Riva, senza neanche lo straccio di un dibattito parlamentare e con la Confindustria plaudente e gaudente, come sempre accade quando si tratta di privatizzare”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, risponde così al presidente di Confindustria, Squinzi.
“Da allora – ricorda ancora Pugliese – i Riva hanno dato vita a una gestione fallimentare e deleteria da ogni punto di vista, trasferendo in paradisi fiscali gli utili miliardari che invece avrebbe dovuto investire nella messa in sicurezza degli impianti, gli stessi impianti le cui emissioni hanno seminato morte e malattie tra lavoratori e cittadini di Taranto. Perché Squinzi non si pronuncia su questo aspetto? Perché tace, anzi fa trapelare l’idea che la gestione Riva sia stata corretta, addirittura quasi un modello per l’attività industriale del Paese?”.
“Che l’Ilva debba essere salvata è fuor di dubbio – attacca ancora Pugliese – così come era scontato che da Squinzi e soci non giungesse il minimo sostegno, come poi è stato, per il salvataggio dell’azienda, nonostante la strategicità della stessa per l’intero sistema industriale nazionale. Da parte nostra – chiosa il Segretario della UIL regionale – continueremo a sostenere con ogni forza a disposizione la salvaguardia dei 13mila lavoratori diretti e dei 7mila lavoratori dell’appalto e dell’indotto, partendo dall’indiscutibile principio che oggi esistono tutte le tecnologie necessarie per rendere compatibile l’attività siderurgica con la salute e con la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Certo, occorrono risorse economiche consistenti, non solo per gli interventi sugli impianti, ma anche per la bonifica di 115 km di territorio, ma riteniamo che il Governo debba spendersi in ogni modo se davvero esiste la volontà politica di dare una risposta concreta ai cittadini di Taranto e di dare seguito al lavoro impeccabile svolto dalla magistratura rispetto alle inadempienze e ai mancati interventi da parte di chi ne aveva competenza”.