Cil (TA):”Il decreto salva l’Ilva ma quale sorte per Taranto?
La storia ci ha insegnato che quando vi è un vincitore, tutti vogliono salire su quel carro per sentirsi tali. In questo caso gli unici a vincere sono i proprietari dello stabilimento e i sostenitori che in apparenza hanno a cuore le sorti della Città. Non entriamo nel merito giuridico che non ci appartiene, vi sono però alcuni aspetti del Decreto che NON sono stati evidenziati. Innanzitutto il potenziamento dell’Arpa non rinviene da interventi “terzi” ma dall’art. 2 bis del Decreto “Intervento urgente per l’efficacia dell’azione ispettiva ambientale
1. Nell’ambito dell’attuazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 2, per gli anni 2013, 2014 e 2015 e’ corrisposto all’ISPRA un contributo di 90.000 euro annui, da destinare all’attribuzione di un assegno annuo lordo non pensionabile, non rivalutabile e non riassorbibile da altri emolumenti contrattuali, in favore del personale dell’Istituto, avente la qualifica di ispettore ambientale, che svolga attività che richiedano particolare impegno”.
Inoltre, particolare gravissimo a parere di questa Confederazione è l’articolo 4 del decreto-legge che sancisce l’approvazione ex lege: 1) delle modalità di costruzione e di gestione delle discariche (numero 2) – localizzate nel perimetro dell’impianto produttivo di Taranto della società ILVA S.p.A. – per rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi), presentate in data 19 dicembre 2014 dal sub-commissario. Dunque, da una parte si bonifica e dall’altra si inquina di tutto e di più. L’Art. 32. Della Costituzione recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Alessandro DE DONNO
Segretario Generale
CONFEDERAZIONE CIL