“Sei un ricchione, frocio, pedofilo e pervertito” e lo picchiano. Eccola la querela di Pignatelli
Nel pomeriggio di sabato 28 febbraio, alle ore 17:30, mentre lasciavo il Laboratorio Urbano Cantiere Maggese, al termine di una serie di attività con gli isolani (bambini, adolescenti e le loro famiglie) legate alla campagna socio-sanitaria di azione e prevenzione a malattie sessualmente trasmissibili, sono stato accerchiato da una dozzina di ragazzi dai 14 ai 24 anni circa, di identità ignota, che in un primo momento mi hanno colpito con violente e ripetute pallonate sulla schiena e sulla nuca e, poi, sputi sul volto e sul giubbotto, apostrofandomi con ingiurie come “Ricchione!”
“Pedofilo!” “Malato!”. Ho risposto con un sorriso e ho cercato di raggiungere vico Greco, ma i ragazzi, con calci e pugni, hanno cercato di atterrarmi. Sono riuscito a divincolarmi, ma ho riportato contusioni ed escoriazioni su collo, braccia e gambe. Uno degli aggressori, con occhi chiari, un cappello scuro e dal fisico asciutto e il volto smunto, mi ha inseguito e, raggiuntomi, mi ha spintonato, minacciandomi in dialetto: “Non venire più qua! Altrimenti ti uccidiamo! Ricchione! Pervertito! Pedofilo!” Non è chiara l’identità degli aggressori, di certo non abitanti del quartiere, pertanto la denuncia è contro ignoti. L’episodio testé riportato ha dei precedenti. Ma la grande partecipazione al flash mob #LoStessoSì, promossa sabato 14 febbraio da Arcigay in piazza Giordano Bruno (più nota come Piazza Maria Immacolata) e alle attività legate alla campagna #Allacciamoli, dimostra che gli omofobi a Taranto sono davvero pochi.