Taranto: “Rimpiego creativo degli ex operai Essetieffe e Deltauno”
Da operatori portuali a operai edili, questa la sorte degli ex operai Essetieffe e Deltauno, così i lavoratori licenziati dalle due società rientrano nel mondo lavorativo.
Causa continui ritardi nei lavori per le infrastrutture, e il calo del traffico portuale per via della crisi, la scure dei licenziamenti cade anche in questo settore, senza risparmiare nessuno, di fatto, i primi a essere colpiti sono stati proprio i lavoratori della società DeltaUno e dell’azienda Essetieffe, i quali non si sono arresi al fato avverso ed hanno fatto numerose proteste, a questo punto le istituzioni non potevano fingere di sentire le urla degli ormai ex operai, cosi , gli impegni istituzionali si sono tradotti in un’attività formativa nel settore dell’edilizia.
Nell’ambito delle problematiche che riguardano le emergenze sociali ed occupazionali di numerosi lavoratori che operavano nel porto di Taranto, sul loro caso si è tenuta in prefettura una riunione, un tavolo di confronto che ha messo insieme l’Autorità Portuale, i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, nonché il presidente di Confindustria Taranto e un rappresentante della locale Direzione Territoriale del Lavoro, da cui conslusione è scaturita una firma della clausola sociale a tutela dei lavoratori,con la quale si è dato vita alla creazione di un plafond
di lavoratori dal quale dovranno attingere il personale le imprese edili che lavoreranno per le infrastrutture nello scalo di Taranto. Per effetto di questa clausola sociale, in caso di necessità di nuove assunzioni, dovranno assumere prioritariamente questa tipologia di lavoratori.
Un chiaro esempio, che delucida come, quando ci sia volontà, sia piuttosto semplice trovare una soluzione ad un problema vitale come quello inerente l’occupazione, ma cosa più importante, dimostra che i sindacati tutti, la pubblica amministrazione, l’autorità, se lavorassero sempre insieme, mettendo da parte diatribe e interessi personali, potrebbero trovare soluzioni a problematiche che ancora aggrediscono la città di Taranto.
Sabato Merone