Taranto, Capodanno: Piove munnezza dal cielo.
“Alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti”.
Ci sono tradizioni e tradizioni. Ogni posto ha la sua usanza e a volte non essendo del luogo in cui ci si trova non si capiscono alcuni modi di fare che, alla nostra vista, appaiono a dir poco bizzarri.
Ma che tradizione è quella che durante la notte di Capodanno, “tradizione” vuole, che si butti dalla finestra di casa, piuttosto che dal balcone, buste di immondizie, frigoriferi, sedie, divani, materassi, bottiglie di birra e vari suppellettili?
Questo è lo scenario (vedere le foto allegate) che ogni primo dell’anno la città di Taranto ha come regalo. Già. Non è che Taranto dona qualcosa ai suoi figli ma sono proprio i figli che danno qualcosa alla Città.
Non vorremmo di certo essere ripetitivi e toccare nervi scoperti stuzzicati qualche mese fa con un pezzo dal titolo “Taranto Vecchia è proprio vecchia” – leggi qua – ma questi figli insistono nel dire, nel mondo virtuale, di amare la propria madre-città ma… ma nei fatti non riescono nemmeno ad avere una forma di facciata di rispetto. Rispettare Taranto non è affatto nelle loro priorità. Dalla Città voglio tutto come quei figli egoisti che aspettano tutto ed a tutti i costi dai propri genitori, costi quel che costi. Non c’è modo di insegnare ai tarantini come bisogna essere almeno civili nel rispetto della Città e magari dei propri “fratelli-concittadini”. Nada, nisba, asgjë, nic, niente!
Oh, il primo dell’anno la città diventa peggio di una discarica a cielo aperto. E noi vorremmo metterci almeno nei panni, entrare nelle loro teste, di chi con dolo di proposito – quello di chi studia per giorni e poi cerca meticolosamente la cosa da far volare dal balcone, quando buttarla e come farlo- si prepara prima psicologicamente e poi materialmente. Ecco, vorremmo capire cosa passa nella testa di questa massa di trogloditi che aspettano il countdown e… via con il lancio del mobile dell’Ikea e del frigorifero messo da parte ad agosto giusto per disfarsene il primo dell’anno con un volo di 6 piani di palazzo.
Questi individui di certo andranno di “ ce m n futt a me” e di “tant passn l spazzin duman” e cose di questa scuola filosofica. Non riusciamo a capire la dinamica e vi invitiamo a fare questo esercizio mentale : capire cosa spinge questi soggetti a trasformare la strada nella quale vivono in una pattumiera.
Taranto, è inutile dilungarci in questi discorsi, ha già dei problemi sotto questo aspetto e il primo dell’anno sembra essere un giorno franco da leggi e regole. Non è normale, non è legale, non è civile, non è morale quello che viene fatto alla Città.
Sarebbe il caso che l’amministrazione comunale iniziasse a prevenire questa forma di inciviltà atavica e vomitevole con cui i cittadini festeggiano il Capodanno donando alla loro amata ( sulla carta-tastiera) Città una montagna di “munnezza” . Nel 2015, come nel 1500, questo modo di fare non può essere fatto passare come tradizione. Questa è inciviltà e rozzezza nei modi. Le tradizioni sono bel altre e si svolgono con modalità altrettanto differenti.
La frase iniziale era del giornalista Enzo Biagi. Lo sappiamo, mettervi davanti ad uno specchio é cosa dura. Ma, purtroppo, restate una popolazione che ancora è al di sotto degli standard medi di vivibilità. Oh, ovviamente non facciamo di tutta l’erba un fascio… però…!!!
Antonello Corigliano
alcune foto sono di Annalisa Prunella