Tutti i numeri dell’operazione “Hinterland II”
Arrestate 28 persone con l’accusa di associazione mafiosa, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco e da guerra, traffico e commercializzazione di sostanze stupefacenti
E’ in corso dall’alba l’operazione “Hinterland II”, con l’arresto di 28 persone accusate di diversi reati e 72 persone indagate. Tutti i dettagli nella nota stampa della procura della Repubblica:
Questa mattina, all’alba, personale della Squadra Mobile di Bari, con la collaborazione degli uomini del Servizio Centrale Operativo di Roma, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa delle misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, per i reati di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, anche da guerra, con l’aggravante del metodo mafioso, emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese.
Sono stati, colpiti dal provvedimento restrittivo 28 appartenenti, boss e affiliati, al clan Di Cosola, uno dei più agguerriti e temuti della città e della provincia, ventiquattro dei quali sottoposti a misura custodiale carceraria; 72 sono invece gli indagati, ai quali in queste ore è in corso di notifica l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Interessate dall’operazione di polizia le città di Bari, Milano e Taranto e numerosi altri Comuni della provincia, Adelfia, Valenzano, Giovinazzo, Triggiano, Bisceglie, Sannicandro di Bari, Bitritto, Rutigliano e Palo del Colle, dove sono stati rintracciati e arrestati alcuni esponenti del clan.
L’operazione della Squadra Mobile di Bari ha visto impegnati oltre 300 uomini della Polizia di Stato, coordinati dal Servizio Centrale Operativo (SCO) di Roma e dalla Questura di Bari, e si è avvalsa anche del supporto del Reparto Prevenzione Crimine Puglia, dell’Ufficio Volanti, di Unità Cinofilie antidroga ed antiesplosivo e di elicotteri del Reparto Volo di Bari.
Il provvedimento restrittivo è scaturito da una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari denominata “Operazione Hinterland II”, la quale rappresenta la naturale evoluzione dell’indagine “Hinterland” conclusasi a novembre del 2010, con l’esecuzione di un provvedimento applicativo di misure cautelari nei confronti di un centinaio di presunti appartenenti ai clan Di Cosola e Stramaglia. La nuova indagine, avviata nel maggio 2011 e conclusasi nell’agosto dello scorso anno, ha documentato l’alleanza tra le due suddette organizzazioni criminali, che, dapprima in contrasto tra loro, come testimoniato dai gravissimi fatti di sangue che hanno caratterizzato l’estate del 2007 e l’estate/autunno 2008, hanno, successivamente, anche a causa dei provvedimenti giudiziari che ne hanno indebolito il loro nucleo strutturale ed in seguito dell’intervento pacificatore di importanti esponenti del clan “Parisi”, deciso di intraprendere un percorso di non belligeranza e di comune gestione degli affari illeciti, in particolare nella commercializzazione di sostanze stupefacenti.
Molteplici fonti di prova hanno costituito la base indiziaria che ha convinto il giudice per le indagini preliminari ad emettere l’ordinanza oggi in esecuzione: tra queste, oltre alle sentenze che già in passato hanno riconosciuto l’esistenza del sodalizio criminale denominato clan Di Cosola, le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i numerosi arresti e sequestri, riferiti in particolare a sostanze stupefacenti e ad armi, operati contestualmente all’attività tecnica, nonchè le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia.
Dalle indagini è emerso che l’associazione di stampo mafioso, a seguito dell’arresto del suo promotore Di Cosola Antonio, si è riorganizzata sotto la guida del fratello di quest’ultimo, Di Cosola Cosimo, scarcerato nel 2010. Le attività di indagine hanno inoltre accertato come il clan si componga di diverse articolazioni territorialmente distribuite, tutte gerarchicamente strutturate e facenti capo al medesimo vertice, con operatività nei comuni di Bari, Valenzano, Giovinazzo, Triggiano, Bisceglie, Sannicandro di Bari, Bitritto, Rutigliano, Palo del Colle, Adelfia e zone limitrofe.
Nelle varie fasi dell’articolata attività investigativa, in particolar modo nel corso di intercettazioni ambientali, è emerso che i promotori della nuova consorteria mafiosa hanno avuto la disponibilità di potenti armi da fuoco, custodite da partecipi e a loro consegnate alla bisogna. Le indagini hanno inoltre accertato l’esistenza di una parallela associazione dedita al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, la cui attività è direttamente connessa all’associazione di stampo mafioso, avente ugualmente come capo indiscusso Di Cosola Cosimo. Anche tale associazione si è presentata suddivisa in articolazioni periferiche, operanti su distinte piazze di spaccio e ciascuna con un proprio referente obbligato a rendere conto a Di Cosola Cosimo dell’attività svolta.
Il gruppo si è rifornito di rilevanti partite di droga tramite propri canali di approvvigionamento, provvedendo poi a destinare la sostanza stupefacente ai diversi referenti del clan operanti sul territorio, i quali pagavano, in forma dilazionata, curandone lo smercio tramite una propria rete di collaboratori; ha inoltre evidenziato l’esistenza di sinergie con trafficanti, operanti nel tarantino, nel leccese e nel veronese.
Nelle varie operazioni di polizia sono stati sequestrati 1 chilo di cocaina, 23 chili di marijuana, 11 chili di hashish, 100 grammi di eroina, 100 grammi di anfetamine e metanfetamine confezionate in pasticche, 19 pistole, 1 pistola mitragliatrice Skorpion, 1 fucile mitragliatore kalashnikov, 3 fucili, 1000 munizioni di vario calibro, 5 giubbotti antiproiettile, nonchè un silenziatore ed un puntatore laser per pistola, ed arrestate 20 persone in flagranza di reato per il possesso di armi e droga.
A corollario, infine, di tale complessa attività di indagine, nei confronti di sette degli indagati, la locale Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso un decreto di sequestro preventivo, ai sensi della normativa antimafia, che ha interessato imprese, beni mobili e immobili, , autovetture e motoveicoli, posseduti direttamente o per interposta persona ; provvedimento eseguito contestualmente all’esecuzione della misura restrittiva.
In particolare è in corso il sequestro di 6 autovetture, 7 motocicli, 13 immobili, 6 imprese e 2 terreni.