“Una vergogna il silenzio di Renzi sui marò”
Il commento del senatore di Forza Italia d’Ambrosio Lettieri al discorso di insediamento del premier al Parlamento Europeo per l’avvio del semestre a guida italiana
Il faccia a faccia di ieri tra Matteo Renzi ed alcuni esponenti politici tedeschi nel corso del discorso di insediamento del premier italiano al Parlamento Europeo ha monopolizzato l’attenzione del dibattito politico nazionale ed internazionale. Oggetto del contendere la diatriba tra il rigore dei conti pubblici – invocato perennemente dalla Germania – ed una maggiore flessibilità degli stessi per far ripartire l’economia e riprendere la crescita dei Paesi per riportare occupazione e fiducia nei cittadini (questa, in soldoni, la visione dell’Italia e della Francia). Questo “duello” ha fatto passare in secondo piano tutte le altre questioni internazionali, tra cui le sorti dei due marò pugliesi detenuti in India da oltre due anni, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Proprio sulle vicende dei due militari italiani è intervenuto il sen. d’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI 12^ Commissione Senato, che parte da questo dato per commentare il discorso di insediamento di Renzi: “Una vergogna: non saprei come altro definire l’assurdo silenzio del premier Renzi sui nostri marò detenuti ingiustamente da oltre due anni in India. Al presidente del Consiglio che nel suo discorso al Parlamento europeo per l’avvio del semestre a guida italiana, non ha ritenuto di dire una sola parola all’Europa sulla necessità di una maggiore partecipazione del consesso internazionale alla vicenda dei fucilieri della nostra Marina – che non è e non può essere vicenda solo di pertinenza italiana – vorrei ricordare che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono due militari al servizio di una causa di interesse internazionale, e cioè la lotta senza quartiere alla pirateria, sancita da leggi specifiche. Due grandi italiani che hanno servito l’Italia obbedendo anche quando Monti li ha rimandati indietro esponendoli al pericolo che fosse applicata la pena di morte”.
Ma anche sul resto del discorso del premier italiano il giudizio di d’Ambrosio Lettieri non è così entusiasta: “Quanto al resto del discorso, ci pare pieno di belle parole, ma inutili rispetto al fine concreto che vogliamo raggiungere, che è quello di liberarci della zavorra recessiva che sta mandando a fondo il nostro Paese attuando politiche liberali, che abbassino le tasse e favoriscano lo sviluppo. Abbiamo bisogno che l’Europa esca da un approccio meramente ragionieristico alla soluzione del deficit per il bene nostro, ma dello stesso continente. La speranza è una brutta trappola quando non ha fondamento”.