Si conclude a Taranto tra la gente “#IOMINTEGRO”
In questi giorni le vetrine della città di Taranto hanno ospitato le fotografie della mostra #IOMINTEGRO il cui intento dichiarato dagli organizzatori era quello di favorire l’integrazione nel territorio dei rifugiati politici arrivati in terra jonica nelle scorse settimane.
Per gli organizzatori, l’obiettivo della sensibilizzazione è stato ampiamente centrato, come dichiarano nel comunicato stampa ufficiale che hanno diffuso e che riportiamo di seguito
Obiettivo centrato: integrare i rifugiati politici stranieri nel tessuto sociale di Taranto attraverso le loro grandi fotografie esposte nelle vetrine di alcuni dei più importanti negozi del centro, una presenza discreta che per quattro giorni ha incuriosito e interessato le persone che passeggiavano nelle vie del Borgo umbertino del capoluogo jonico.
Si conclude oggi “#IOMINTEGRO”, la mostra fotografica sui rifugiati politici allestita in questa settimana nelle vetrine di alcuni negozi del centro di Taranto, una iniziativa realizzata in occasione della XIV Giornata Mondiale del Rifugiato nell’ambito del Progetto “Motus Animi”.
E nella giornata conclusiva – sabato 28 giugno – è stato anche allestito un gazebo in via D’Aquino, nelle vicinanze della Chiesa del Carmine, presso cui sono state distribuite brochure realizzate per l’occasione e alcuni rifugiati politici hanno incontrato i cittadini, il tutto sotto gli sguardi compiaciuti di Don Nino Borsci, direttore della Caritas diocesana di Taranto, e di Salvatore Perillo, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Rinnovamento & Partecipazione”.
Tanta gente si è fermata per conoscere i rifugiati politici di diverse nazionalità e appartenenze religiose, per stringere la mano, farsi raccontare la loro storia, quella della loro integrazione, dare una parola di speranza.
Perché la “speranza” è oggi la parola chiave dell’esistenza di questi ragazzi provenienti da paesi lontani: dalla Liberia al Senegal, dall’Egitto all’Etiopia, dal Pakistan all’Afghanistan, fino all’Iraq. La speranza di potersi creare una nuova vita in qualche angolo del mondo, magari sul nostro territorio, facendosi poi raggiungere dalla moglie e dai figli lasciati a casa, o la speranza di poter un giorno tornare in patria, sempre che venissero meno le cause che li hanno costretti a scappare rifugiandosi in un altro paese.
La certezza oggi è invece quella di essere stati accolti dal nostro Paese che ha ridato loro la dignità, ospitandoli nel Convento di Sant’Agostino di Massafra, dove da quattro anni il Progetto “Motus Animi”, finanziato dal “Ministero degli Interni – Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati”, per la loro accoglienza e integrazione vede lavorare in sinergia l’Amministrazione Comunale di Massafra, la Caritas Diocesana di Taranto e l’Associazione di Promozione Sociale “Rinnovamento & Partecipazione”.
È risultata vincente l’idea originale dell’iniziativa “#IOMINTEGRO”: ai rifugiati politici ospitati nel Convento di Sant’Agostino di Massafra sono state fornite macchine fotografiche con le quali, assistiti dai un esperto fotografo, hanno realizzato immagini della loro vita di tutti i giorni, “riprendendo” così le immagini dell’integrazione dal loro punto di vista e, inoltre, creando una testimonianza del loro modo di vedere questa importante esperienza di vita.
Grazie alla disponibilità della Delegazione Borgo Confcommercio Taranto, le foto realizzate dai rifugiati sono state esposte nelle vetrine di alcune attività commerciali del Borgo di Taranto: il Gran Caffè Italiano, i punti vendita delle boutique Andriani, Di Pierro, Nitor, Marturano e Claudelle, le librerie Mandese e Mondadori, e la gioielleria Mariano-Liuzzi.
“#IOMINTEGRO” ha permesso così ai rifugiati politici ospitati, nell’ambito del Progetto “Motus Animi”, nel Convento di Sant’Agostino di Massafra di presentarsi e raccontarsi ai cittadini attraverso le loro fotografie, diventando così “soggetti attivi” della loro integrazione.
E questo trapelava oggi dai loro sguardi, orgogliosi di essere diventati protagonisti, fieri della loro esperienza odierna che ha fatto riconquistare loro la dignità e il rispetto.
Nel gazebo, inoltre, è stata esposta una realizzazione artistica che i rifugiati hanno creato guidati dal performer Giovanni Guarino: una enorme barca di carta, a rappresentare la fragilità della loro esistenza in questo momento, con scritte nelle loro lingue e disegni, da un lato verde, il colore della speranza, e dall’altro rosso a rappresentare il calore e la passione che pervade la loro vita odierna.