Il caso Mineo arriva in Puglia. Il PD tarantino parla di ostruzionismo di un gruppo di senatori
La segreteria provinciale dei democratici compatta con Renzi. La Savino (FI), punge la Picierno: “Nella spesa con gli 80 euro non è riuscita ad acquistare un manuale di diritto costituzionale”
Arriva anche nella nostra regione l’eco delle diatribe interne al PD nazionale, dopo l’autosospensione di tredici senatori democratici in risposta all’allontanamento del sentaore Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali. Il senatore Mineo era contrario alla riforma del Senato prevista dall’Italicum. La segreteria provinciale del PD di Taranto si schiera compatta con Renzi e parla di “grave atteggiamento assunto da un gruppo di senatori che in modo chiaramente strumentale tende a bloccare le riforme istituzionali di cui il Paese ha estremo ed urgente bisogno”. Dopo aver espresso indignazione, i democratici tarantini spiegano la propria posizione: “Non si può confondere l’espressione di una posizione differente con un comportamento chiaramente ostruzionistico, preso in contrapposizione all’orientamento della maggioranza del gruppo e contro le decisioni assunte democraticamente dagli organismi dirigenti del partito. Il 25 maggio il Paese si è espresso con forza e chiarezza estrema a favore del cambiamento e delle riforme economiche e istituzionali. Chi, nascondendosi dientro un presunto diritto al dissenso, intende ostacolare questo rinnovamento non più rinviabile, si assume una grave responsabilità di fronte al Paese e agli elettori”.
Ma anche la deputata pugliese di Forza Italia, Elvira Savino, interviene sull’argomento, approfittando della querelle interna al Partito Democratico per criticare le mosse di Renzi: “La trasformazione del maggior partito della sinistra – scrive la pugliese sulla sua pagina Facebook – è davvero impressionante: il Pd è passato dall’essere il difensore delle masse operaie che si battevano contro i “padroni” a diventare esso stesso un partito padronale. L’epurazione da parte di Renzi dei senatori Mauro, Mineo e Chiti dalla commissione affari costituzionali del Senato è sintomo di autoritarismo e non certo di autorevolezza del segretario Pd. Chi cerca di camuffare la svolta autoritaria assunta dal Pd rischia di coprirsi di ridicolo. In perenne adulazione del capo, alcuni deputati e senatori democratici, magari renziani dell’ultimo minuto, cercano giustificazioni che in realtà non giustificano alcunché. Ancora una volta si è distinta la simpatica Picierno secondo la quale un parlamentare può sì esprimere il dissenso ma solo in Aula, non in Commissione. Evidentemente, nella spesa con gli 80 euro, Picierno non è riuscita a far rientrare anche l’acquisto di un manuale di diritto costituzionale”.