Da Manduria a San Pietro in Bevagna a folle velocità per sfuggire ad un arresto. Fermato con il suo complice
In manette un 26enne ed un 45enne. Le accuse: favoreggiamento personale e resistenza a Pubblico Ufficiale
Scene da film di azione quelle vissute ieri mattina tra Manduria e San Pietro in Bevagna, con un’auto che sfrecciava a folle corsa sulla strada per evitare l’arresto dei suoi occupanti, D.P, 26enne manduriano e D.D.A., 45enne originario della provincia di Brindisi. Ma gli Agenti del Commissariato di Manduria hanno tratto in arresto i due, per favoreggiamento personale, resistenza a P.U. e in esecuzione di provvedimento di ripristino della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Questi i fatti raccontati dalle Forze dell’Ordine: “Intorno alle 10,00 di ieri, nel centro cittadino della cittadina messapica, mentre gli Agenti era intenti ad identificare il pregiudicato 45enne per la successiva notifica del provvedimento restrittivo, il giovane che viaggiava a bordo di una potente AUDI A3, acconsentiva al pregiudicato brindisino di salirvi a bordo per poi ripartite ad elevatissima velocità in direzione di San Pietro in Bevagna.
Con il preciso scopo di sfuggire ai poliziotti il 26enne compiva con la sua auto spericolatissime manovre sempre ad altissima velocità. Nel frangente incurante dei concreti pericoli verso l’incolumità pubblica, l’uomo al volante attraversava anche alcuni incroci semaforici senza assolutamente fermarsi. Considerata la velocità sostenuta i due fuggitivi facevano ben presto perdere le proprie tracce. Dopo pochissimi minuti, però un altro equipaggio della sezione Volante riusciva a individuare lungo la litoranea salentina l’auto ricercata , parcheggiata nei pressi dell’abitazione del brindisino. Al termine delle ricerche gli Agenti riuscivano a fermare il più giovane dei due ed a condurlo con qualche difficoltà negli Uffici del Commissariato dove, dopo le formalità di rito, veniva tratto in arresto. Nel pomeriggio, considerate le pressanti ricerche dei poliziotti il 45enne, sentitosi ormai braccato, si presentava spontaneamente negli Uffici del Commissariato, dove, dopo la notifica del provvedimento, veniva accompagnato presso il suo domicilio in regime degli arresti domiciliari. L’auto, sulla quale i due si erano dati alla fuga veniva posta sotto sequestro”.