L’Ecomuseo della Valle d’Itria diventa di interesse regionale
Il riconoscimento è stato validato nella riunione della consulta del 14 maggio
“Orgogliosa” e “onorata”. Si definisce così l’Associazione Ecomuseale di Valle d’Itria, ente gestore dell’ Ecomuseo della Valle d’Itria nel comunicare che quest’ultimo è stato riconosciuto quale Ecomuseo di Interesse Regionale.
“L’istanza di riconoscimento, presentata – scrivono i gestori – dall’Associazione Ecomuseale di valle d’Itria, è stata valutata positivamente dal gruppo di lavoro tecnico-scientifico della consulta degli ecomusei, non ravvedendo in essa alcun errore nella compilazione della modulistica, rispondente a tutti i requisiti (previsti dal regolamento attuativo della Legge Regionale,imprescindibili le attività sul territorio con il coinvolgimento delle comunità locali e la collaborazione con altri ecomusei regionali e nazionali) e validata in occasione della riunione della consulta degli ecomusei del 14 maggio 2014. Il riconoscimento, contemplato dal regolamento attuativo n. 15 del 6 luglio 2012 della Legge Regionale n°15 del 2011 promossa su iniziativa del Consigliere regionale e Presidente della V commissione Donato Pentassuglia e la prima in materia di ecomusei in Puglia, costituisce un altro importante traguardo e tassello, rappresentativo di tutti gli sforzi e l’impegno investiti dalla costituzione dell’ecomuseo e dell’associazione ecomuseale di valle d’Itria e delle sue attività ad oggi e spinta propulsiva per l’inizio di una miriade di attività di domani, la prossima settimana, il prossimo mese e tanti, tanti altri anni a venire. E’ generale l’entusiasmo per tale importante “premio” che l’associazione sente e vuole, assolutamente, condividere con il vero tramite per tale riconoscimento: la comunità dell’Ecomuseo della valle d’Itria. Un grazie quindi alle persone, ai visitatori, ai bambini, alle piazze, ai centri storici e periferie, alle cummerse, ai trulli, alle viti, ai gozzi, alle lame, ai tratturi e i muretti a secco, alle botteghe, ai personaggi tipici, ai dialetti, alle contrade e campagne, ai campi di grano e gli ulivi, al cielo su di noi … ad ogni singola particella e al nostro essere qui, a respirare quest’aria e sapere che è proprio dove vorremmo essere. Un grazie a tutti noi!”