MARTINA FRANCA/“Siamo differenti. Tra noi”. Domenica 14 giornata nazionale persone con sindrome down
Otto storie di ragazzi e ragazze alle prese con il mondo del lavoro. Otto video racconti da seguire e condividere su coordown.it e su facebook per scoprire che l’integrazione lavorativa delle persone con sindrome di Down non solo è possibile ma in molti casi è già una realtà.
In oltre 200 piazze italiane, come di consueto, i volontari delle associazioni offriranno un messaggio di cioccolato, in cambio di un contributo, per sostenere i progetti delle associazioni aderenti al CoorDown.
Alice, Francesco, Giorgia, Matteo, Nicola, Sandra, Simone e Spartaco: sono loro i protagonisti della Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down, promossa anche quest’anno, domenica 14 ottobre, dal CoorDown Onlus
– Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down.
Otto ragazzi e ragazze di tutta Italia raccontano la loro storia e la loro esperienza lavorativa in otto video da seguire e da condividere, settimana dopo settimana fino al 14 ottobre, sul sito (www.coordown.it) e sulla pagina Facebook (facebook.com/coordown) del CoorDown. Per scoprire che l’integrazione nel mondo del lavoro non solo è possibile ma in alcuni casi è già una realtà.
Proprio in un momento di grandi tensioni economiche e sociali il CoorDown ha scelto di dedicare l’edizione 2012 della Giornata Nazionale al tema del lavoro, per rilanciare con forza la necessità per le persone con sindrome di Down di avere gli stessi diritti e le stesse opportunità di chiunque altro, in base alle proprie capacità, all’esperienza e al percorso formativo.
Ecco perché lo slogan di quest’anno recita – dalla viva voce dei ragazzi protagonisti – “Siamo differenti. Tra noi”.
È un modo per ribadire l’importanza di una cultura della diversità e l’unicità di ogni persona, contro i pregiudizi che ancora accompagnano la disabilità. Perché “essere differenti è normale”.
Le persone con sindrome di Down non sono tutte uguali. È fondamentale conoscerle e metterle alla prova. Ci sono persone che non sono in grado di lavorare. Molte altre, invece, hanno enormi potenzialità e sono capaci di svolgere una professione con impegno, costanza e soddisfazione. Serve però maggiore sostegno da parte delle Istituzioni, serve più comunicazione tra gli enti territoriali e serve più coraggio e fiducia da parte delle aziende, pubbliche e private, per investire in questi ragazzi.
Perché un lavoro, oltre che un diritto, è lo strumento più importante per garantire loro una vita
autonoma, una piena integrazione nella società e un futuro dignitoso.
Dall’ultima indagine CoorDown risulta che solo il 13% delle persone con sindrome di Down lavora stabilmente,con un contratto a tempo determinato o indeterminato. Difficoltà croniche dei Centri per l’impiego, assenza di controlli e difigure mirate come il “diversity manager” all’interno delle aziende, mancato rispetto degli obblighi di assunzione: questo è ilquadro estremamente critico in materia di integrazione lavorativa delle persone con sindrome di Down, nonostante il grande lavoro sul territorio di numerose associazioni che svolgono un utile ruolo di intermediazione e facilitazione all’inserimento nel mondo del lavoro.