Martina/Vite spezzate e vite ancora da vivere. La lotta di Daniela
Aveva la passione per i bolidi Michele Nigro. Una passione che ha spezzato, oltre la sua, due vite umane, Giovanni ed Angela, marito e moglie. Ha ferito nove persone, alcune delle quali stanno lottando per sopravvivere.
Una passione per l’alta velocità che probabilmente, secondo lui, non poteva essere esercitata in un autodromo, ma su una strada statale stretta, in una domenica pomeriggio, quando si viene a Martina per la gita fuoriporta e pranzare in un ristorante tipico. Fato, destino, incoscienza, sono questi i pensieri che hanno pervaso ciascuno di noi ieri e oggi. Una mamma, Daniela, che portava con se tre dei suoi quattro piccoli in tenera età. Erano sul seggiolino posteriore. Fortunatamente se la sono cavata con tanto spavento e qualche punto di sutura. Quando Angelo, un operatore del SER li ha accompagnati all’ospedale erano terrorizzati, cercavano i genitori. Forse quel pianto, per chi è credente, ha fatto sì che la Madonna facesse un miracolo e salvasse la loro mamma, le cui condizioni avevano fatto pensare al peggio. Daniela è stata operata al S.S. Annunziata, indotta ad un coma farmacologico, sta lottando ed i medici sono cautamente ottimisti. Su face book una frase di Daniela rivolgendosi ai suoi quattro bambini commuove anche i più duri: “Sono meravigliosi………loro sono tutta la mia vita…..se non ci fossero loro……….li amo da morire,anche se ogni tanto mi fanno arrabbiare,ma è normale, altrimenti non si chiamerebbero bambini,d’altronde ci siamo passati anche noi”. La baracca di frutta e verdura che gestisce sulla circonvallazione insieme al marito ieri mattina è rimasta chiusa, silenziosa, come se aspettasse un gemito di vita di Daniela. Dovrà attendere, ma ci sarà. Perché lei ce la farà a tornare da Giulia, Melania, Miky e Mattia. Un’altra mamma, Priscilla, ce l’ha già fatta. Ha solo qualche frattura, pur dovendo subire una operazione al femore. Viaggiava con i suoceri, lei, insieme al marito e alla bambina di sedici mesi era seduta sul sedile posteriore. Non sa ancora che i suoceri sono entrambi deceduti e che la figlia è ricoverata a Bari. A proposito di Giovanni e Angela, che destino il loro. L’altro figlio è stato vittima di un incidente ed è stato in coma per alcuni anni. Proprio quando si è ripreso, la sorte è stata beffarda.
L’incidente scuoterà le coscienze, farà parlare i politici di quella maledetta strada. Rimarrà tutto così. Non saranno mai messi i dissuasori di velocità, com’è stato fatto in altre strade simili a quella. Ci sarà l’imbecille di turno che continuerà a credere di essere immune da incidenti stradali e spingerà a tavoletta l’acceleratore per ubriacarsi di velocità. Ci saranno altre vittime. Si parlerà ancora di destino, fato. Su Michele stendiamo un velo pietoso, lui è stato vittima della sua incoscienza, ma potrebbe essere un insegnamento per molti. Chi vorrà ascoltare quella voce che d’ora in avanti, percorrendo quella strada dirà: “Non fare come me”.
Antonio Rubino
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